Il reliquiario, costituito da una base circolare ed un
fusto che sorregge il vaso reliquiario, è caratterizzato da una raffinata decorazione che
propone elementi del repertorio manierista: mascheroni; festoni, elementi fitomorfi. La
teca reliquiaria è costituita da un vaso, che originariamente doveva essere in cristallo
di rocca, inglobato da piccole volute perlinate e terminante con un coperchio circolare
che riprende il motivo della base e che termina con una crocetta su un globo. Lopera
trova un riscontro tipologico nel reliquiario (inv. n. 20) della Galleria Nazionale della
Sicilia di Palazzo Abatellis (cfr. M.C. Di Natale, scheda II, 55, in Ori e argenti...,
1989, p. 227) ma, stilisticamente più sobria e contenuta, si può datare tra gli ultimi
anni del XVI e i primi del XVII secolo (cfr. inoltre il Reliquiario della Sacra Spina
della Chiesa Madre di Termini Imerese in M. Vitella, Gli argenti..., scheda n.
4, 1996). Potrebbe trattarsi del reliquiario dargento con un vaso di cristallo
che viene commissionato nel 1601 dal priore Geronimo da Palermo per le reliquie di Santa
Caterina a Pietro Rizzo (cfr. A.S.Pa., not. G.L. Comito, vol. 890 c. 313; idem, fondo
S.M.S., vol. 783, c.s.n., cfr. G. Di Marzo, I. Gagini, 1880-83, vol. III, p. 660; G.
Mendola, regesto documentario, infra; M.C. Di Natale, infra). Oggi il
reliquiario, che risulta privo delloriginario vaso di cristallo, conserva le
reliquie di S. Lorenzo (cfr. R. Pace, scheda n. 18, infra) entro un piccolo
medaglione come tanti ancora ne conserva il Monastero, ed è ipotizzabile che vi sia stato
posto in seguito sostituendo quello originale. Dellattività di Pietro Rizzo presso
il Monastero di S. Martino delle Scale si è gia detto (cfr. scheda n. 4).
Largentiere rivela, specie nelle sue opere più note, i candelieri della Chiesa
Madre di Enna, realizzati in collaborazione con Nibilio Gagini nel 1595, e la statua di
Santa Lucia del Duomo di Siracusa del 1618, modi legati alla tradizione cinquecentesca con
cadenze stilistiche e decorative che «ci portano nel1atmosfera della Rinascenza»
(G. Agnello, 1965, pp. 1-13). Potrebbe anche riferirsi alla nostra opera il documento che
attesta 1acquisto di un reliquiario di cristallo a Milano nel 1598 (A.S.Pa., S.M.S.,
vol. 780, c.s.n., cfr. G. Mendola, regesto documentario, infra) o quello
riguardante largentiere Battista Gavarra che nel 1602 viene pagato per un vaso di
cristallo grande guarnito di argento dorato per un reliquiario (idem, vol. 783, c.s.n.,
cfr. G. Mendola, regesto documentario, infra). Lopera viene citata da G. Meli
(Catalogo..., 1870"p. 120).
Bibliografia: G. Meli, 1870, p. 120.