Gli abati D. Antonio Spadafora e poi D. Filippo Benedetto Cordova decidono di ampliare il monastero verso nord affidando a Venanzio Marvuglia nel 1772 la direzione dei lavori completati intorno al 1782.
La progettazione marvugliana si raccorda con la struttura e lo stile preesistente con i lunghi corridoi a croce, in connubio con le opere scultoree di don Ignazio Marabitti.
Il progetto prevedeva due chiostri chiusi ma i due corridoi di raccordo esterno non vennero realizzati. La facciata monumentale su tre piani è orientata a Nord verso Palermo.
All’ingresso il visitatore viene accolto dalla statua di San Martino a cavallo realizzato da Ignazio Marabitti che realizza anche la fontana dell’Oreto addossata alla Chiesa e che fa da sfondo l nuovo corridoio principale Nord-Sud.
Al secondo piano lo scalone immette in una sala del trono antistante i nuovi appartamenti abbaziali, questi sono decorati in stile pompeiano.